Es um Satirefreiheit. So lässt uns mit Satire beginnen. Mit Männern, die keine Lust auf Hausaufgaben haben. Die Aufgaben von Männern zu Hause sind natürlich Hausarbeiten Putzen, Wäsche waschen und abspülen. Aber es gibt Männer die dies nicht wollen. Zum Beispiel der alte und neue Heraclio Bernal.
Und natürlich der Christos Jesus von Nazareth. Der hat auch nie geputzt.
Sondern hat am gelitten und ist daran gestorben. Die Muslime meinen Nein.
Er ist nicht daran gestorben. Wir wollen dies in unserem interreligiösen Dialog nicht ausschließen. Wir tragen reale Fakten über Sklaven Sklaven Gottes Kreuzigungen und Hof kehren zusammen.
Vorhang auf
Voila
Controllo e manutenzione
Egal ob Femdom, Hausfrau, Zappafan, oder Cervantistin
wir halten IHN kontolliert in Stand
mezzi di disciplina
Wir sehen hier eine Hausfrau die Menschenrecht auf Arbeit Gebrauch macht. Sie ist allerdings nur die stellvertretende Herrscherin dieses Domizils in Vulgärlatein, der Sprache der Bibel Hausfrau eines Doms. Die wahre Herrscherin, die dominante Person dieses Haus, Domina ist die Dame, der das Geld gehört und mittels Bezahlung die Putzfrau dominiert.
Denn das ist ein Detail das bewusst bei der Diskussion über Sklaverei unterschlagen wird.
Furca come mezzo di disciplina. La punizione consiste nel posizionare un pezzo di legno a forma di forchetta su una persona in modo tale che il collo sia bloccato al centro della forchetta e le braccia siano legate in avanti alle estremità della forchetta. In origine la furca era una punizione per gli schiavi. I giornalisti greci chiamano il f. IL Furcifer
lo indossa furcacon te così. furcam pronto
(Cic. de div. I 55), lo è sottofurca
(Val. Max. I 7, 4. Liv. II 36 ed ep. 55). Una descrizione più dettagliata si trova in Plut. Coriol. 24 e quaest. Roma. 70; Plutarco vede il f biforcato
parte di legno della vettura in cui è incastonato il timone (ξฯλον แผμฮฌξης, แพง τแฝธν แฟฅυμแฝธν แฝπερεฮฏδουσιν). Bloccare il collo nel Forchetta
sarà come collum in furcam conicere
(Aurel. Vict. ep. 5), cervicem furcae inserere
(Suet. Ner. 49), แผμβฮฌλλειν αแฝχฮญνα εแผฐς ξฯλον δฮฏκρουν (Dio op. cit.). Probabilmente è successo anche questo, a parte loro due
Forcelle (parti della forcella), al quale sono attaccate le braccia, un terzo pezzo di legno veniva posto di traverso sul petto (Pauly-Wissowa VII,1, 0305a.jpg), in modo che il collo si trovasse all'interno di un triangolo; Questo dovrebbe probabilmente impedire che l'intero dispositivo scivoli giù. È però possibile che il passo che menziona questa traversa (Dionys. Hal. ant. VII 69) non si riferisca al f., ma al patibulum (sd e provvisoriamente Art. Crux). ComunqueNon vi era grande differenza nell'uso pratico tra f. e [306] patibulum, così come occasionalmente nella narrazione di uno stesso evento alcuni scrittori parlano di f., altri di patibulum (cfr. Val. Max. I 7 , 4°). Liv. II 36. Cic. de div. I 55 con Macrob.
Essere costretti nella f. era originariamente sicuramente una punizione da schiavo; Il portaforche, furcifer, diviene soprannome dello schiavo (Plaut. Most. 69. 1172). Lo schiavo viene portato in giro con una forchetta, mostrato al pubblico, soprattutto ai vicini, e contemporaneamente picchiato con le verghe; la procedura può essere paragonata all'esposizione alla gogna; il pubblico dovrebbe fare attenzione a questo schiavo in futuro:). Oltre all'insulto, la f significa tortura per lo schiavo, la cui intensità dipende dal tipo di esecuzione; La (sub furca) virgis caedere è sempre menzionata con la f.; della caedere si prendono cura gli schiavi (แผτεροι οแผฐκฮญται Plut. Cor. 24); Il padrone aveva certamente il diritto di far frustare a morte lo schiavo sub furca, e nella pratica ciò poteva accadere abbastanza spesso. Ma il caedere sub furca non è affatto sempre e necessariamente l'esecuzione di una pena di morte; di regola è solo una preparazione alla pena di morte, che a sua volta viene eseguita in una forma diversa (ad esempio la crocifissione), cfr sub virgis caedere in Tito Livio (II 26 ). Non è affatto provato che sub furca caedere fosse la forma normale di esecuzione degli schiavi.
La f. e la sub furca virgis caedere sono talvolta usate anche contro persone libere; In Svetonio (Nerone 49) viene spiegato a Nerone interrogato che il supplicium more maiorum riconosciuto nei suoi confronti dal Senato consiste negli inserimenti furcae, caedi virgis ad necem, e in Aurel. Vic. ep. 5, il Senato impone espressamente tale pena citando il mos maiorum. Recentemente anche Mommsen considera la virgis caedere la più antica «forma magistrale di esecuzione del libero cittadino» e la identifica con la punizione della crocifissione. Questa visione è insostenibile. La prima cosa da eliminare è l'esecuzione pontificia contro l'amante della Vestale; Qui però si tratta della virgis ad necem caedere (Liv. XXII 57. Suet. Dom. 8. Dionys. Hal. ant. VIII 89. IX 40) e, secondo una testimonianza (Dion in Zonar. VII 8. sopra), viene utilizzato anche il f., ma si tratta di un'esecuzione del tutto unica (come anche la sepoltura della stessa Vestale) e non appartiene all'ambito del diritto penale pubblico, ma a quello domestico disciplina (Mommsen: la Vestale è una figlia domestica della comunità). A parte questo caso particolare, tutte le altre relazioni che evidenziano la f applicata alle persone libere si riferiscono a casi di perduellio (reati di Stato): Liv. I 26. Cic. per Rab 15. Liv. ep. 55. Sugna. Ner. 49 (hostem se iudicatum). Aurel. Vic. ep. 5. Proprio qui non brilla l'applicazione di una procedura che altrimenti avviene solo con gli schiavi[307] perché, secondo l'idea romana, il perduellis con il suo atto esce dall'associazione cittadina ed entra nella cerchia dei nemici del paese (Legge penale Mommsen 590), la cui applicazione della f. dimostra che l'uscita è già avvenuta. Per inciso, anche in questi casi, contrariamente alle assicurazioni dei consiglieri di Nerone, la virgis sub furca caedere probabilmente non è la pena capitale stessa, ma solo la preparazione alla pena capitale (esecuzione o servitù, su quest'ultima Liv. Ep. 55) . Soprattutto riguardo al tipico processo Horatier, vedi Art. Crux.
Infine, la f. è spesso citata come pena di morte nei digesti; È stato qui utilizzato dai compilatori di Giustiniano al posto del punto cruciale di cui parlavano i giuristi classici. Il cambiamento è legato all'abolizione della pena della croce; La punizione f. jpg) ; L'in crucem tollere è ora sostituito dall'εแผฐς φοฯρκαν แผναρτแพถν, vedi Harmenop. Uomo. leg. VI 6, 25. VI 8, 2, e sopra Crux.
Letteratura. S.d. Lett. all'art. Crux e anche Marquardt Vita privata dei Romani I 181ss. Pernice Ztschr. Fondazione Savigny XVII 215. Mommsen Rom. Codice penale 918ss. La calda Svizzera. Ztschr f. Art. crux (Saglio) e f. (Blanchet) in Daremberg et Saglios Dictionnaire des antiq. greco. et rom. (con diverse illustrazioni).
La f. e la sub furca virgis caedere sono talvolta usate anche contro persone libere; In Svetonio (Nerone 49) viene spiegato a Nerone interrogato che il supplicium more maiorum riconosciuto nei suoi confronti dal Senato consiste negli inserimenti furcae, caedi virgis ad necem, e in Aurel. Vic. ep. 5, il Senato impone espressamente tale pena citando il mos maiorum. Recentemente anche Mommsen considera la virgis caedere la più antica «forma magistrale di esecuzione del libero cittadino» e la identifica con la punizione della crocifissione. Questa visione è insostenibile. La prima cosa da eliminare è l'esecuzione pontificia contro l'amante della Vestale; Qui però si tratta della virgis ad necem caedere (Liv. XXII 57. Suet. Dom. 8. Dionys. Hal. ant. VIII 89. IX 40) e, secondo una testimonianza (Dion in Zonar. VII 8. sopra), viene utilizzato anche il f., ma si tratta di un'esecuzione del tutto unica (come anche la sepoltura della stessa Vestale) e non appartiene all'ambito del diritto penale pubblico, ma a quello domestico disciplina (Mommsen: la Vestale è una figlia domestica della comunità). A parte questo caso particolare, tutte le altre relazioni che evidenziano la f applicata alle persone libere si riferiscono a casi di perduellio (reati di Stato): Liv. I 26. Cic. per Rab 15. Liv. ep. 55. Sugna. Ner. 49 (hostem se iudicatum). Aurel. Vic. ep. 5. Proprio qui non brilla l'applicazione di una procedura che altrimenti avviene solo con gli schiavi[307] perché, secondo l'idea romana, il perduellis con il suo atto esce dall'associazione cittadina ed entra nella cerchia dei nemici del paese (Legge penale Mommsen 590), la cui applicazione della f. dimostra che l'uscita è già avvenuta. Per inciso, anche in questi casi, contrariamente alle assicurazioni dei consiglieri di Nerone, la virgis sub furca caedere probabilmente non è la pena capitale stessa, ma solo la preparazione alla pena capitale (esecuzione o servitù, su quest'ultima Liv. Ep. 55) . Soprattutto riguardo al tipico processo Horatier, vedi Art. Crux.
Infine, la f. è spesso citata come pena di morte nei digesti; È stato qui utilizzato dai compilatori di Giustiniano al posto del punto cruciale di cui parlavano i giuristi classici. Il cambiamento è legato all'abolizione della pena della croce; La punizione f. jpg) ; L'in crucem tollere è ora sostituito dall'εแผฐς φοฯρκαν แผναρτแพถν, vedi Harmenop. Uomo. leg. VI 6, 25. VI 8, 2, e sopra Crux.
Letteratura. S.d. Lett. all'art. Crux e anche Marquardt Vita privata dei Romani I 181ss. Pernice Ztschr. Fondazione Savigny XVII 215. Mommsen Rom. Codice penale 918ss. La calda Svizzera. Ztschr f. Art. crux (Saglio) e f. (Blanchet) in Daremberg et Saglios Dictionnaire des antiq. greco. et rom. (con diverse illustrazioni).
Lavorare con una Furca = lavorare con un aspirapolvere
D Vogliamo ritrarre la crocifissione al tempo di Gesù di Nazaret in modo emotivamente accurato. Ciò include essere picchiati e legati a un forcone e, naturalmente, essere derisi. Le bastonate da sole non bastano. Perché le punizioni corporali potevano colpire anche i romani liberi. Sono state la schiavitù e la derisione a trasformare un uomo libero in uno schiavo.
In questo contesto ci chiediamo da quando esisteva Cristo crocifisso.
600 - 800 anni dopo Cristo, quando l'Impero Romano fu conquistato dalle tribù germaniche e il peso emotivo dell'immagine di scherno era scomparso.
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Alla fine diventa contemplativo. ๐คPerché ci chiediamo con Gordon Thomas, autore del libro “Il giudizio di Gesù” cos'è la verità. ๐ค
Dice:-( poiché sarebbe un fatto che fa riflettere che su Gesù sia stato scritto di più negli ultimi 20 anni che nei 2000 anni precedenti. Quasi tutti hanno la propria immagine di Gesù Cristo. E sono molto diversi. Anche emotivamente.
Quindi ๐ซ๐ฌ๐๐๐ค๐ ma anche così ๐๐บ๐บ. Anche nello stesso gruppo.
